Coabitazioni Giovanili Sociali : vera coesione sociale

di Gino Strippoli

Questa mattina si è svolto alla presenza del vicesindaco di Torino, Elide Tisi, il seminario di lavoro sulle Coabitazioni Giovanili Solidali organizzato dal Programma Housing della Compagnia di San Paolo con la Città di Torino – Area Edilizia Residenziale Pubblica,  l’Agenzia Territoriale per la Casa (ATC) e i gestori delle coabitazioni torinesi (Associazione ACMOS, Cooperativa Synergica e Associazione Cicsene, Cooperativa Il Punto, Cooperativa Liberitutti). A confronto le esperienze di Torino, Milano, Cagliari, Grugliasco, Trieste. La giornata di studio è stata promossa per confrontare i modelli di Coabitazione Giovanile Solidale attivi a livello nazionale e sull’impatto che questi interventi hanno sul territorio. Le tematiche poste sono state molteplici e hanno riguardato  le esperienze di welfare generativo che sviluppano sussidiarietà orizzontale, la riqualificazione socio-abitativa, l’attivazione della comunità, il rafforzamento del mix sociale nei siti in cui sono presenti. Si tratta di modelli trasferibili al di fuori dei contesti ERP? Con quali modalità?

Proprio al riguardo Elide Tisi nel suo intervento ha ricordato come la Città di Torino sin dal 2004, con l’avvio dei Programmi di Recupero Urbano “Contratti di Quartiere II” negli ambiti cittadini di via Dina, via Ghedini, via Parenzo, si è posta l’obiettivo di favorire la coesione sociale all’interno dei quartieri di edilizia residenziale pubblica mettendo in campo azioni di mix sociale.

Nel 2006 ha poi colto l’occasione offerta dall’associazione giovanile di volontariato sociale Acmos, con la presentazione di un progetto di utilizzo, da parte di giovani volontari dell’associazione, di alcuni alloggi sociali nell’ambito del complesso di edilizia residenziale pubblico di via San Massimo 31-33 in cambio di attività sociali svolte a favore degli abitanti, per incentivare e promuovere alcune esperienze di coabitazione solidale nei quartieri pubblici con maggiori difficoltà sociali. Dal 2009 la Città di Torino avendo valutato positivamente le sperimentazioni avviate, con l’approvazione del “Progetto per l’attuazione del mix sociale negli alloggi di edilizia residenziale pubblica” e ha esteso ad altri quartieri pubblici della città l’esperienza delle coabitazioni solidali, individuando i territori  sulla base di un’attenta analisi rispetto alle condizioni di marginalità e degrado, e formalizzando la procedura, per l’individuazione dell’organizzazione (enti pubblici, associazioni, cooperative, etc.) che dovrà realizzare il progetto di coabitazione solidale, mediante l’emissione di appositi bandi ad evidenza pubblica.

Gli alloggi destinati  a queste nuove forme di coabitazione sono esclusi per le finalità sociali previste, ai sensi  dell’art. 1 comma 5 lettera a) della Legge Regionale n. 46/95,  in via temporanea  dalla normativa dell’edilizia residenziale pubblica e sono amministrati, come tutti gli altri alloggi erp di proprietà comunale, dall’Agenzia Territoriale per la Casa in forza della vigente convenzione di gestione stipulata con la Città di Torino.

“Di norma – ha detto Giovanni Magnano, della Città di Torino –   la durata del contratto di locazione degli alloggi destinati ai  progetti di coabitazione solidale è stato di 4 anni + 4 anni (8 anni, eventualmente prorogabili), stipulato in capo all’organizzazione affidataria della realizzazione del progetto di coabitazione solidale selezionato. Alle ultime coabitazioni realizzate (via Poma/via Scarsellini e via Ghedini/via Gallina), valutando che la normativa vigente sulle locazioni non consentiva di applicare le clausole previste per la coabitazione solidale (revoca del contratto in caso di parere negativo del Tavolo di coordinamento) sono stati proposti contratti di concessione in uso degli alloggi,  rinnovabili di anno in anno a seguito di positiva verifica delle attività svolte. Dal 2010 le coabitazioni solidali nei quartieri pubblici sono previste dall’articolo 21 della legge Regionale sull’Edilizia Sociale (3/2010), in attuazione di questa norma a fine 2015 è stato attivato il progetto Sorgente in via Como su iniziativa dell’Atc del Piemonte Centrale”.