Da oggi la difesa del patrimonio culturale mondiale passa per Torino

di Luisa Cicero

“La città di Torino, una delle capitali culturali del Paese, ha fatto in questi anni un importante investimento sulla cultura. L’apertura del Centro Unesco ne è la dimostrazione”. Ha affermato stamattina il sindaco Piero Fassino alla presentazione del Centro Unesco Itrech, International Training and Research Center of Economies of Culture and World Heritage che si è tenuta alle Terme di Diocleziano a Roma.Fassino_Dire2Il Centro che nasce proprio a Torino, è un’unità nazionale specializzata formata da Carabinieri ed esperti civili con l’obiettivo di preservare il patrimonio culturale “potrà essere utilizzato per la formazione del personale dedito all’attività di tutela del patrimonio artistico e architettonico su scala internazionale nelle zone a rischio di conflitti e terrorismo”, ha continuato Fassino a margine della firma del protocollo d’intesa sottoscritto insieme al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini e degli Esteri Paolo Gentiloni alla presenza del ministro della Difesa Roberta Pinotti, dell’Istruzione Stefania Giannini, del direttore generale dell’Unesco Irina Bokova e del comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette. E infine: “L’apertura nella città sabauda rappresenta il rafforzamento del Polo delle Nazioni unite già presenti a Torino. Il Polo ha una doppia valenza: fortifica l’impegno di Torino sul fronte delle Nazioni Unite e consolida l’impegno di Torino sul fronte della cultura”.Fassino_DireL’Unite for Heritage, questo il nome del centro, sarà allocato al Campus delle Nazioni Unite, affiancandosi così al Centro Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, allo Staff College delle Nazioni Unite e all’Unicri, l’agenzia Onu per la lotta alla criminalità e sarà composto da personale specializzato, esperti civili, carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e da privati con riconosciuta esperienza nel settore. I ‘caschi blu della cultura’, una task force per la tutela e la ricostruzione di siti culturali danneggiati.

Tra i compiti del Centro quello di valutare i rischi e quantificare i danni al patrimonio culturale, ideare piani d’azione e misure urgenti, supervisione tecnica e corsi di formazione al personale nazionale locale. Inoltre, l’Unite for Heritage insieme alla Città e ai Ministeri l’Itrech avrà come soci fondatori anche l’Università degli Studi, il Politecnico, l’Ilo/Oit, il Consorzio di Venaria Reale  e il Centro Studi Santagata che già da tempo collabora con loro. Dovrà operare sia in situazioni di disastri naturali sia di guerra con compiti di formazione e operativi per proteggere il patrimonio e dare consigli ai governi locali e inoltre fornire assistenza nel trasferimento di oggetti mobili in rifugi di sicurezza e rafforzare la lotta contro il saccheggio e il traffico illecito di beni culturali.

L’Italia è tra i primi Paesi a riconoscere la necessità di proteggere il patrimonio culturale per questo ha presentato all’Unesco la proposta dei ‘caschi blu’ della cultura, un gruppo di pronto intervento per la messa in sicurezza dei beni culturali e di contrasto ai traffici illeciti. L’idea è stata adottata all’unanimità dalla 38° conferenza generale dell’organismo dell’Onu il 18 novembre 2015. L’Italia è già impegnata sul fronte del contrasto al traffico internazionale di beni culturali, co-presiedendo, con gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, il “Counter finance working group” della Coalizione Globale anti-Daesh. La Farnesina, in particolare, sostiene oltre 170 missioni archeologiche in tutto il mondo.

La ‘pulizia culturale’ potrebbe diventare materia per la Corte penale internazionale. ”L’idea di condannare qualcuno per distruzione del patrimonio, potrebbe essere un ulteriore passo avanti – ha aggiunto Gentiloni -.L’Italia è un modello replicabile anche perché proviene da un paese che vanta 170 missioni archeologiche nel mondo, 51 siti patrimonio dell’umanità, un impegno costante in favore della cultura in ogni organizzazione internazionale”.