Almaterra, una casa per le donne rifugiate

di Mariella Continisio

aIl progetto Hopeland è uno degli interventi nazionali di inclusione sociale finanziati dal Ministero dell’Interno.  Si tratta di un percorso di accoglienza dedicato alle donne rifugiate o in protezione umanitaria e  di accompagnamento all’autonomia. Nel corso della riunione della IV Commissione Diritti e Pari opportunità, presieduta da Laura Onofri, sono state presentate le attività e le esperienze che l’associazione Almaterra sperimenta  nell’ambito del progetto Hopeland, a cui la Città ha aderito consolidando, nel corso degli anni, progetti e interventi (istruzione, scuola, residenzialità, emergenza freddo). E l’operato dell’associazione, come ha spiegato Onofri, rafforza gli interventi dall’Amministrazione comunale.

Tutte le attività di Almaterra sono finalizzate a rivalutare, grazie all’incontro multiculturale, le capacità e i talenti individuali delle migranti, sovente sommersi, e di utilizzare queste competenze in progetti, in particolare, per le iniziative che riguardano l’autodeterminazione.

Nei locali di via Norberto Rosa 13, oltre ad accogliere le donne rifugiate, si organizzano corsi di alfabetizzazione e laboratori di lingua italiana per imparare ad utilizzare strumenti informatici, laboratori di cucina, di manualità e sartoria. Tra le iniziative svolte vi è anche l’orientamento al mondo del lavoro delle donne  e il loro inserimento lavorativo oltre ad essere sostenute in  percorsi di formazione professionale e in quelli volti al proseguimento degli studi per la licenza media.

Si svolgono incontri sull’educazione alla cittadinanza e sulla tutela della salute e sull’educazione alimentare. Non mancano attività ricreative come le visite ai musei e i corsi di ginnastica. Le attività si svolgono dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18.30 e si concludono alle 18.45 con la cena, offerta da Almaterra, a cui sono invitate tutte le partecipanti.