Contemporaryart. Un successo che non ha eguali

di Luisa Cicero

Assessore Braccialarghe, il lungo weekend delle arti contemporanee è stato un vero successo. Se lo aspettava?

Maurizio BraccialargheI risultati del primo weekend di Contemporaryart sono decisamente importanti, c’è stata infatti una partecipazione massiccia sia alle diverse manifestazioni in città, sia alle mostre, alle gallerie e ai concerti con ottimi dati di affluenza. Si valuta che agli appuntamenti abbiano partecipato più di 150mila persone. Grandi numeri non solo ad Artissima, ma a Paratissima, The Others, Flashback, Operae e a Club to club, festival musicale che ha registrato un tutto esaurito per ogni concerto, a dimostrazione che Contemporaryart è un contenitore veramente potente in grado di mettere in mostra il meglio delle arti contemporanee torinesi. Mi auguro che le prossime rassegne in programma, dal Torino Film Festival al Design possano avere lo stesso esito positivo.

Ci regala qualche aneddoto legato alle sue incursioni nell’arte contemporanea?

Ho scelto di andare in giro in forma privata, come tutti i cittadini, a godere delle suggestioni regalate da questi eventi. Suggerisco di non perdere, fra le altre, la mostra di Christian Boltanski alla Fondazione Merz, che a mio parere è particolarmente interessante e ricca di sollecitazioni. Ho trovato ottimo il livello di Artissima, suggellato da un bel successo di pubblico; è stata molto buona l’idea di usare lo spazio dell’ex Borsa come una delle due sedi di The Others, molto interessante dal punto di vista architettonico; Paratissima come The Others confermano, seppure con livelli di target diversi rispetto ad Artissima, la possibilità, in uno stesso contesto di vedere a 360 gradi la realtà dell’arte contemporanea. Per poi continuare con Flashback, Operae, le mostre e le gallerie un ricco programma di livello. Il tutto favorito dalle condizioni climatiche eccezionali di questi giorni, soprattutto nella notte dell’arte contemporanea, sabato 7 novembre.

Cosa risponde a chi obietta un eccessivo numero di appuntamenti concentrati in soli tre giorni?

Che capisco da un certo punto di vista l’osservazione perché anche io ho avuto l’imbarazzo di dover scegliere tra i tantissimi appuntamenti, ma allo stesso tempo questa è la forza straordinaria della manifestazione che non ha eguali in altre città. Inoltre i risultati dimostrano che tutti gli eventi sono stati molto partecipati, indica che le persone hanno approfittato al meglio di queste occasioni. Forse, una cosa su cui possiamo ancora lavorare, e lo stiamo già facendo, è far proseguire molti degli eventi presentati al di là del periodo di Artissima, Paratissima e The Others. Come dire… meglio una grande offerta articolata – e se vuoi sproporzionata (secondo alcuni) – che una rarefazione degli appuntamenti priva di una visione d’insieme come invece adesso è possibile.

Quindi numeri importanti per una grande proposta?

I dati di affluenza, soprattutto intorno ad Artissima, sono di straordinaria importanza dal punto di vista turistico per la partecipazione di tanta gente di tutto il mondo. Indica che la nostra è diventata una città leader nel settore. Anche in termini di occupazione alberghiera questa edizione è stata una delle migliori. L’insieme di tutte le proposte fanno la vera forza. Leggere le interviste di persone note, talune anche a livello mondiale, e vedere sottolineato il ruolo di traino e di eccellenza della nostra città nell’arte contemporanea ci inorgoglisce.

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‘Seme Mediterranaeo’ di Emilio Isgrò

Penso che l’arte contemporanea sia un modo interessante per discutere della nostra contemporaneità. Quando diventa provocazione o sublimazione di alcuni temi che riguardano un po’ tutti noi.  Uno sguardo sul punto nave nel quale siamo immersi. Io penso che noi dobbiamo  avere la capacità di partire dalle fortune della tradizione, anche nel campo dell’arte per trasferire nei giorni nostri il fuoco che ha animato e anima il pensiero contemporaneo e non per celebrare le ceneri di ciò che è stato. Da spettatore mi piacerebbe che la visita a questi giacimenti culturali fosse sempre accompagnata. Lo dico perché avere uno strumento in più per calarsi nell’opera ammirata potrebbe aiutare a trarne maggior giovamento, per immergersi al meglio nell’opera. Anche le didascalie dovrebbero essere più descrittive. Aiuterebbe a una migliore comprensione.

Possiamo svelare se c’è stata un’opera che l’ha particolarmente attratta… o infastidita?

Non è facilissimo. Direi che ad Artissima mi è piaciuta molto ‘Seme Mediterranaeo’ di Emilio Isgrò. In questo caso, aver potuto ascoltare la descrizione dell’opera direttamente dall’artista ha aiutato a comprendere meglio un lavoro che sicuramente aveva attratto la mia attenzione per bellezza, fattura e materiale. Ho trovato fondamentale capirne genesi e pensiero.

 ‘Illuminator V’ di Žilvinas Kempinas.
‘Illuminator V’ di Žilvinas Kempinas.

Un’altra opera che mi ha affascinato è ‘Illuminator V’ di Žilvinas Kempinas. Non amo invece i lavori troppo concettuali perché il mio è un approccio privo di elementi concreti legato invece al ‘mi piace’ o ‘non mi piace’. In realtà vorrei, soprattutto per le creazioni che non mi attraggono istintivamente, capirne meglio il senso, l’essenza, la provocazione. Dobbiamo lavorare per aiutare i fruitori a comprendere di più questo tipo d’arte.