Nino Costa il poeta di Papa Francesco

2Türin a l’é parej ed na bela sgnura  ch’a ten so post e ch’a völ pa dé ant l’öj…
A prima vista av lassa freid, ma pöi cunossendla dabin – un s’innamura
”.  Questo è quanto pensava Nino Costa di Torino della sua città natia e che scrisse in una delle sue più belle poesie. Il 5 novembre 1945 il grande dolore per la morte in combattimento del figlio partigiano gli fu fatale.

Questo pomeriggio in sala Rossa, a 70 anni dalla scomparsa di questo poeta così caro a Papa Francesco (che citò alcuni suoi versi quando venne Torino, ricordando la nonna Rosa che glieli decantava: “Rassa nostrana libera e testarda”) e nel settantesimo compleanno della casa editrice Viglongo & C, che raccolse e pubblicò tutte le opere di  Nino Costa, il professore Giovanni Tesio ha tenuto una lectio magistralis, cui sono seguite le testimonianze di Cesare Alvazzi del Frate e Giovanna Spagaino Viglongo. Il coordinamento è stato affidato ad Albina Malerba.1