Il cinema come linguaggio per l’Alzheimer

di Antonella Gilpi

Verrà presentato, questa sera alle 18, presso la Bibliomediateca di via Matilde Serao il libro Memofilm: la creatività contro l’Alzheimer che è una ricerca sul cinema come uso terapeutico contro questa malattia. A cura del Museo nazionale del Cinema di Torino.

L’idea è nata nel 2007 a Bologna con un accordo tra la Cineteca e l’ASP Giovanni XXIII con il sostegno di Unipol per promuovere la creazione di un gruppo di ricerca e sperimentazione con l’obiettivo di testare l’uso del cinema per contrastare i disturbi della perdita di memoria.

Protagonista di questa iniziativa è lo sceneggiatore Eugenio Melloni, colpito nei suoi affetti da questa malattia. Il linguaggio verbale non basta più a comunicare, allora Melloni con il memofilm cerca di raccontare per immagini quel che le parole non raccontano più, di riempire con il cinema i vuoti che la malattia apre nella memoria dei malati.

“Una volta finito – dice Eugenio Melloni – c’era però l’incognita di come sarebbe stato accolto (…) l’esperimento invece funzionò (…) il Memofilm (…) puntellava l’identità, sollecitava l’autostima, stimolava l’affettività, costruiva emotivamente “senso” laddove cognitivamente questo pareva sul punto di perdersi ….”

I memofilm sono dunque il risultato della collaborazione di differenti discipline composte da figure professionali quali neurologi, geriatri, esperti di comunicazione visiva per costruire modi creativi e personalizzati di narrazione. Il risultato sono brevi film costruiti come un abito su ogni singola persona. Film per un solo spettatore.