La lunga marcia per i diritti degli immigrati

di Mariella Continisio

La Carovana italiana per i diritti dei migranti per la dignità e la giustizia  (fa parte del progetto Carovane Migranti) in solidarietà con la Carovana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparecidos  ((20 novembre – 8 dicembre) partirà da Lampedusa il 22 novembre per approdare a Torino 15 giorni dopo.  Dopo aver percorso 2mila chilometri  la Carovana  farà tappa in Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Toscana, Lombardia , toccando alcuni dei luoghi simbolo dello sfruttamento dei lavoratori immigrati e dei territori da Pozzallo a Rosario, ma anche “Canelli dove gli immigrati bulgari hanno lavorato in situazioni di schiavitù” ha spiegato Gianfranco Crua, uno dei rappresentanti delle associazioni che costituiscono il Comitato Carovane migranti.

C’è un parallelismo tra le due marce di solidarietà: in Centroamerica le madri, per il decimo anno consecutivo, attraverseranno il deserto per giungere al confine statunitense in cerca dei parenti emigrati scomparsi, così come nel nostro Paese la Carovana partirà dalle coste  del mare Mediterraneo che ha inghiottito migliaia di vite. In Piemonte vivono 464mila i nuovi cittadini che rappresentano il 9% della popolazione, una percentuale poco più alta rispetto a quella nazionale.

Ilda Curti, assessore alle  Politiche per la multiculturalità e per l’integrazione dei nuovi cittadini, che questa mattina ha partecipato alla presentazione del progetto,  ha posto l’accento sull’importanza della collaborazione interistituzionale. “Le istituzioni non devono stare nelle scarpe chiodate della paura delle persone, ma devono avere la responsabilità politica di accompagnare le nostre comunità in un società  che cambia. Cambiamento che deve essere interpretato e a cui è necessario dare risposte”. All’incontro, patrocinato tra gli altri dalla Città di Torino, ha partecipato Mounira Chagrami, mamma di Amin Benassin scomparso nel 2010 dopo il suo arrivo in Italia e portavoce delle famiglie tunisine alla ricerca dei propri parenti. Chagrami farà parte della Carovana e parte con il proposito di andare a vedere, con i suoi occhi, il luogo in cui è approdato il barcone che ha portato suo figlio nel nostro Paese.

C’è un parallelismo tra le due marce di solidarietà: in Centroamerica le madri, per il decimo anno consecutivo, attraverseranno il deserto per giungere al confine statunitense in cerca dei parenti emigrati scomparsi, così come nel nostro Paese il mare Mediterraneo ha inghiottito migliaia di vite. “Qui, come al di là dell’oceano, la vita e i diritti di migranti e richiedenti asilo sono minacciati dalle politiche restrittive di controllo delle frontiere, e quelli che riescono a raggiungerle spesso continuano a vedere i propri diritti violati” hanno sottolineato gli organizzatori.