Il futuro di Mirafiori è già in marcia

di Mauro Marras

Da cuore del binomio Torino-Fiat, fulcro della produzione automobilistica italiana, a spazio per lo sviluppo di una nuova filosofia, un nuovo modo di pensare la città. Lo stabilimento-monstre di Mirafiori, fatto per ospitare fino a 200mila lavoratori su 300mila metri quadrati di superficie, perde la sua forza lavoro sotto i colpi della globalizzazione degli anni ottanta e, pur non perdendo del tutto le catene di produzione, vede cadere in disuso ampi spazi produttivi. Solo nel 2005, con un accordo tra Fiat, Comune e Regione, si costituisce la società Torino Nuova Economia (Tne), che acquisisce le aree e tenta di trovare nuovi interessi produttivi per dare fiato a un pezzo di città ormai abbandonato.

Ieri sera, sotto la tettoia della Casa del Parco di via Artom, Marco Novello, presidente della Circoscrizione 10, Stefano Lo Russo, assessore alle Politiche Urbanistiche della Città di Torino e Davide Canavesio, ad di Tne hanno raccontato la trasformazione di Mirafiori in una nuova e vitale area di produzione e ricerca.

Dalla costituzione di Tne a oggi sono atterrati sull’area numerosi nuovi progetti. A cominciare dal centro del Design del Politecnico, il più grande centro di ricerca sul design in Europa, già attivo; la Tecnocad Progetti si è insediata nel vecchio centro stile Fiat e, appena sarà finita la ristrutturazione, darà lavoro a 50 ingegneri; il centro servizi Coop, che sorgerà nell’area per dare alle nuove realtà produttive e agli studenti i servizi che oggi mancano; la Centrale del Latte planerà qui da via Filadelfia in cerca di spazi per espandersi, visto che oggi il suo latte fresco viaggia verso la Cina dove è molto apprezzato; infine, il grande capannone del centro logistico della Fiat, 60mila metri quadrati, di cui 37mila coperti, oggetto di un bando internazionale che domani, sotto i carri ponte di via Settembrini, premierà gli otto progetti migliori. Idee creative per un polo innovativo di ricerca, produzione e loisir intelligente.

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Stefano Lo Russo sotto il capannone del centro logistico Fiat di via Settembrini

“Oggi è cambiato il registro della produzione industriale: dal produrre tanto si è passati al produrre bene – ha detto l’assessore Lo Russo durante l’incontro – migliorare la qualità del prodotto è la chiave per uscire dalla crisi. Il futuro di Mirafiori va in questa direzione: a fianco delle catene produttive di Fca e di Tecnocad si fa alta formazione tecnologica in stretta connessione con le imprese del territorio. Alta formazione e produzione di qualità si trovano fianco a fianco e promettono sinergie importanti”. In questo quadro, anche il centro servizi di Coop sarà un “attrattore economico, integrato con le residenze universitarie previste su quest’area”. Una scommessa difficile, vista la carenza di risorse per tutti. Ma, spiega l’assessore, “o ci si ferma ad aspettare o si guarda in faccia la crisi per agganciare la ripresa. Dobbiamo essere pronti con idee, visione, prospettive di concreto sviluppo. Questo per noi vuol dire credere nelle potenzialità della città universitaria e nella cultura come fattore determinante di ricchezza della città”.

Marco Novello spera in una rapida concretizzazione di questo scenario. Il quartiere oggi a 100mila abitanti, in gran parte anziani. La crisi dell’industria pesante mostra ancora i suoi segni nel quartiere operaio per eccellenza. “Vogliamo puntare a un mix sociale, come è avvenuto in via Artom dopo la riqualificazione innescata negli anni Novanta – ha detto Novello – abbiamo già avviato un interessante progetto, Alloggiami, dedicato agli studenti universitari che intendano risiedere nel nostro quartiere, che offre anche occasioni di incontro e socializzazione favorendo il dialogo tra cittadini residenti, immigrati e studenti“.

L’obiettivo, per tutti, è disegnare una città policentrica, non compressa in un unico centro cittadino ma con più poli di aggregazione, produzione, opportunità, come avviene in molte città europee. Uno di questi poli sarà di certo piazza Mirafiori, con il cuore nella fabbrica che rinasce grazie alle nuove funzioni che Torino sta attribuendo a questa importante fetta del suo territorio.