Ex Zoo, al via la procedura per valorizzare l’area

di Michele Chicco

Dopo 28 anni un’area verde molto importante di Torino tornerà fruibile per i cittadini. Si tratta del Parco Michelotti.  Questa mattina, la Giunta comunale, su proposta dell’Assessore Enzo Lavolta di concerto con gli assessori Gianguido Passoni e Stefano Lo Russo, ha infatti deliberato le linee guida per il bando di concessione dell’area ex zoo – Parco Michelotti.

ex zoo 1Nel 1987 lo zoo venne chiuso e da allora il parco è diventato un giardino pubblico, in parte affidato in gestione a numerose associazioni, differenziandosi in base alle varie destinazioni d’uso come parco giochi per i bambini, sede di concerti, mostre ed eventi estivi caratterizzati da grande attrattività, fino al 2005, Experimenta.

Il Parco Michelotti nel suo complesso, può essere idealmente suddiviso in tre distinte zone: la prima è costituita dalla sponda fluviale, la seconda, che è oggetto della futura concessione, posta nella parte centrale che  ospitava  un tempo lo zoo e infine la terza, compresa tra corso Casale e la recinzione dell’ex zoo, caratterizzata da ampi prati all’interno dei quali sono presenti due fontane ora disattivate, una viabilità ciclo-pedonale asfaltata, alberate che costeggiano il Corso, oltre a uno spazio centrale destinato al parcheggio.

L’ex Giardino Zoologico si articola a sua volta in un’area denominata Parco Giò dell’estensione di circa 8.600 mq, posta a Sud verso il Ponte della Gran Madre, in una vasta zona centrale, di circa 14.600 mq, dove si trovano la maggior parte dei fabbricati dell’ex zoo e, nella zona posta più a Nord verso il Ponte di Corso Regina Margherita, in un’area, dell’estensione di circa 8.000 mq, attualmente ancora utilizzata da terzi concessionari, ove sono presenti gli edifici denominati ex acquario-rettilario e ex casa dell’ippopotamo.

ex zoo 2Con l’approvazione di questa delibera l’Amministrazione comunale si è posta l’obiettivo di riqualificare l’area unificandone la destinazione, superando la frammentazione che attualmente si presenta al suo interno, valorizzando nel contempo l’insieme dei fabbricati che ai tempi dell’ex giardino zoologico ospitavano gli animali esotici. Infatti, le proposte progettuali al futuro bando di concessione dovranno prevedere l’insediamento di attività idonee a valorizzare la peculiarità del luogo, mantenendone la memoria botanico-architettonico-paesaggistica e le qualità di interesse pubblico, restituendo una nuova immagine unitaria, caratterizzata da una forte identità paesaggistica, sostenibile e ben inserita nell’ambiente.

In particolare con il provvedimento della Giunta è stato individuato un unico lotto oggetto di gara, costituito dall’area di circa 31.260 mq, delimitata dalla recinzione dell’ex zoo, con i relativi fabbricati dell’ex giardino zoologico ed è stato dato mandato agli uffici comunali competenti di procedere alla pubblicazione del bando di gara precisando che, fino a quando non sarà avvenuta la liberazione degli immobili denominati “Acquario-Rettilario” e “Casa dell’Ippopotamo”, attualmente occupati da terzi in forza di concessioni, gli stessi e le relative aree di pertinenza non potranno essere oggetto di concessione.

La concessione verrà definita a fronte del pagamento di un canone annuo che risulterà, a seguito dell’offerta aggiudicataria, in rialzo o almeno pari rispetto a quello posto a basa di gara, di 58.540 Euro. Sino a quando gli immobili ex Casa dell’Ippopotamo ed ex Acquario Rettilario non costituiranno oggetto di concessione, il canone annuale da corrispondersi dal Concessionario sarà proporzionalmente ridotto nella misura rispettivamente del 29% nel primo caso (casa dell’Ippopotamo) e del 24% nel secondo caso (Acquario Rettilario); di conseguenza, sino al momento in cui entrambi gli immobili non saranno liberati, il canone sarà ridotto nella misura del 53% rispetto al canone complessivo offerto.

I concorrenti dovranno, pertanto, presentare delle proposte di riqualificazione unitaria e complessiva del parco, delle sue infrastrutture e delle sue aree verdi, con l’obiettivo di ridare vita a una delle aree verdi di maggior pregio della Città e di consentire la localizzazione di iniziative e servizi di natura naturalistica, ludica, scientifica e didattica e coordinate e integrate fra loro.

Tutto il parco è caratterizzato dalla presenza di numerosi alberi di pregio, la maggior parte dei quali tutelati come i moltissimi Platani acerifoglia e Ginko biloba e alcuni Tilia cordata. La delibera approvata questa mattina è stata proposta dall’Assessore Enzo Lavolta di concerto con gli assessori Gianguido Passoni e Stefano Lorusso. Il bando verrà pubblicato nei prossimi giorni. Ne parliamo con l’Assessore Lavolta.

Sono passati quasi trent’anni dalla chiusura dell’ex zoo e finalmente si è giunti alla vigilia del Bando di concessione. Cosa prova l’assessore all’ambiente di una Metropoli come Torino?

Il Michelotti è stato dal 1987 un ‘non luogo’, o peggio, un ‘ex luogo’ che per troppo tempo non ha mai trovato una sua identità. Con questa iniziativa si recupererà un pezzo importante di Torino, e questo non può che essere motivo di entusiasmo e soddisfazione.

Con questo bando la Città cerca un partner capace di cogliere fino in fondo le straordinarie potenzialità di una delle aree verdi di maggior pregio del nostro territorio.

Qual è l’obiettivo principale che l’Amministrazione comunale di Torino si è posta per valorizzare l’area di Parco Michelotti?

L’obiettivo è quello di offrire a cittadini e turisti un polo permanente pluridisciplinare, dai risvolti ludici, scientifici e didattici, valorizzando le caratteristiche naturali ed il valore storico, culturale e paesaggistico del parco con interventi di riqualificazione improntati ai principi della sostenibilità ambientale ed energetica tipici delle Smart cities.

Il parco Michelotti cambierà aspetto o le strutture dove venivano tenuti gli animali dello zoo saranno mantenute intatte?

Il parco sarà qualcosa di simile a un parco a tema aperto ai torinesi, ai turisti, alle scuole e con un’attenzione alla sostenibilità ambientale e all’innovazione. Le strutture dove venivano tenuti gli animali dovranno invece essere recuperate con criteri di efficienza energetica e al servizio della nuova funzione individuata.