“Telelavoro… scorci di un’utopia diventata realtà”

di Eliana Bert

Laura, Manuela, Elena, Monica e Silvana sono alcune colleghe che da due anni, grazie al “telelavoro”, hanno potuto sostituire il tailleur elegante con un abbigliamento casual, il traffico delle sette di mattina con un’ora in più di sonno o il caffè dalla moka anziché un espresso del bar magari al termine di una riunione.

volume_telelavoroPiccole chicche che hanno migliorato la qualità della loro vita.  Meno stress, più sicurezza in se stesse, rapporti sociali e familiari migliori ma, anche, più produttività.  Tutte esperienze positive che le colleghe hanno voluto raccontare in un volumetto Telelavoro…scorci di un’utopia diventata realtà all’interno dell’Amministrazione Comunale di Torino che racchiude le loro singole storie.

“Il beneficio che mi è stato offerto è immenso, quindici anni di pendolarismo, ritardi, scioperi avevano limitato notevolmente la capacità di conciliare lavoro ed impegni familiari. Le giornate sono più creative e produttive, non essendo più legata a schemi rigidi, potendo scegliere gli orari, lavorativamente parlando, sono più felice –scrive Valeria”.

“Io posso dire, senza timore di esagerare, che per me il 25 marzo del 2013, è iniziata una nuova vita. Nella ‘vita precedente’ ero la classica donna lavoratrice, mamma di due figli, piena di impegni ovviamente il più delle volte coincidenti come giorno e orario, con un marito sovente in viaggio per lavoro (…). La mia costante sensazione era di ansia, ansia di non farcela a fare tutto, di esserci per tutti, di incastrare tutto quanto senza dimenticare nulla o far pesare a uno dei miei figli la mia mancanza – testimonia Alessandra”.

“Il primo mese è stato esaltante. Non stavo così bene da anni. La sensazione principale sul mio lavoro era di essere diventata libera professionista, con oneri e onori. Il mio lavoro era diventato più autonomo e riuscivo a svolgerlo più velocemente e, a mio parere, meglio. (…). Ho ritrovato nuove energie e voglia di fare, per dipingere con i bambini, per cucinare qualcosa di speciale, per chiacchierare con le amiche o curare le piante. (..)”. Queste alcune affermazioni di Laura che aggiunge: “Noi telelavoratrici, grazie all’impossibilità di essere sempre presenti o vicine ad una stampante, promuoviamo l’utilizzo di documenti digitali piuttosto che cartacei, l’utilizzo della PEC, l’archiviazione elettronica dei documenti ecc., rompiamo gli schemi di chi ‘ha fatto sempre così’”.

Queste sono solo alcune delle testimonianze tratte dal volumetto realizzato dalle colleghe telelavoratrici. Donne con situazioni familiari diverse, approcci emotivi alla nuova condizione lavorativa differenti, ma accomunate da un fil rouge: il lavoro agile migliora la qualità della vita. Un’esperienza positiva che ha portato il Comune di Torino a estendere la possibilità di telelavorare ad altri dipendenti (coinvolgendo, in questa seconda fase, anche i colleghi maschi): attualmente, infatti, sono 42 i “telelavoratori” della Città.