Stranieri, presenza strutturale nel tessuto sociale

di Gianni Ferrero

La popolazione straniera è aumentata in Piemonte nell’arco di dieci anni dal 4% a al 9,6%. E’ questo il dato più rivelante che il diciassettesimo rapporto preparato dall’Osservatorio interistituzionale sul fenomeno migratorio e le politiche per l’integrazione, mette in evidenza. Nel 2004 sono stati contati 174.144 stranieri; nel dicembre scorso erano 425.523.

Questa mattina al centro congressi Torino Incontra, a commentare lo studio analitico che la Prefettura, insieme alla Provincia e al Comune tutti gli anni appronta, si sono alternati il prefetto Paola Basilone, il vicesindaco Elide Tisi, gli assessori Monica Cerutti (Regione) e Giuseppina Pugliesi (Provincia).

Unica esperienza in ambito nazionale, l’Osservatorio è nato per monitorare soprattutto l’efficacia degli strumenti d’integrazione, in cui le istituzioni locali, con la scuola, i servizi sociali e le questure hanno un ruolo determinante. Il prefetto ha sottolineato come la consapevolezza del contributo dei migranti allo sviluppo della società piemontese abbia “rafforzato le iniziative locali con investimenti in istruzione, lavoro e formazione, oltre che di accoglienza”.  A questo proposito sono state citate le iniziative relative all’accordo di integrazione, dall’ampliamento dell’ospitalità per i rifugiati all’utilizzo di fondi europei a supporto. Il vicesindaco Elide Tisi, sottolineando come la nostra sia tradizionalmente terra di immigrazione, che incorpora e non respinge, ha citato uno degli ultimi aspetti nuovi del popolo migrante, rappresentato da un buon numero di adolescenti che da soli lasciano il Paese d’origine e che per loro le istituzioni pubbliche trovano a Torino sistemazione in comunità e famiglie: “Ma dobbiamo pensare al loro futuro educativo, per cui abbiamo bisogno di essere sostenuti da politiche nazionali adeguate, con risorse certe”.

Anche nel 2013 la Romania è la nazionalità più numerosa. Dai dati emerge che il 56% degli stranieri presenti ha cittadinanza romena, seguono poi i cittadini marocchini. E poi Albania, Moldavia e Repubblica Popolare cinese sono le nazionalità in percentuale più rappresentate. Torino, in controtendenza con il resto della provincia, registra una diminuzione sensibile della popolazione straniera residente, sebbene alcune aree delle Circoscrizioni 6 e 7 mantengano il loro primato in termini di incidenza dei residenti con cittadinanza  non ancora italiana.

Numerosi indicatori confermano la stabilizzazione degli immigrati: aumentano le famiglie, avanzano le seconde generazioni, cioè i nati in Italia da genitori stranieri, salgono in misura consistente le richieste di cittadinanza: “la presenza straniera- è stato detto – si radica, inserendosi sempre più nel tessuto sociale, diventando una presenza strutturale. Lo sguardo d’insieme permette di cogliere robusti segnali d’integrazione, frutto non solo di processi di mercato e del trascorrere del tempo, ma anche del lavoro congiunto fra istituzioni, terzo settore a associazionismo di comunità”.