Restaurato il Salone d’Onore, grazie alla Consulta

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Stupinigi, veduta esterna – Ph.A.Lercara

di Mauro Marras

Un altro prezioso ambiente della Palazzina di Caccia di Stupinigi riprende vita e si offre alla città come spazio di cultura e di incontro. Oggi, grazie all’intervento della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali, s’inaugura il restauro degli apparati decorativi del Salone d’Onore – la vasta sala che occupa il cuore della palazzina, sormontata dalla cupola centrale – e della balaustra che si affacci al piano superiore.

A una prima occhiata, entrando per la prima volta nella sala a pianta ovale, la sala non rivela la sua natura di scenografia ben congegnata per ingannare l’occhio. Nacque così dalla mente dello Juvarra, come un grande apparato scenico simulante un ricco insieme di stucchi e ori. In realtà alle pareti campeggiano nicchie trompe l’oeil e la balaustra dorata è di legno con rivestimenti in stoffa dipinta.

C’è un idillio tra la Palazzina di Caccia e la Consulta. Un idillio sbocciato nel 2007 quando, con la residenza reale chiusa a causa delle note difficoltà finanziarie dell’Ordine Mauriziano che ne è proprietario, le 32 grandi aziende del territorio piemontese finanziarono il reimpianto delle Alberate storiche sulle antiche rotte di caccia; un intervento che ha ricostituito lo stretto rapporto tra edifici e paesaggio, con la messa a dimora di 1700 pioppi cipressini. Nel 2009 fu la volta del restauro dei 12 grandi medaglioni lignei, che raffigurano la genealogia sabauda e giacevano abbandonati negli scantinati, oggi in mostra ai visitatori. Tre anni dopo la Sala degli Scudieri ritrovò la sua luce, con le 13 tele che formano il racconto della caccia al cervo opera di Vittorio Amedeo Cignaroli. L’anno scorso toccò alle boiseries e alle tele dell’Anticappella e della Cappella di Sant’Uberto.

L’intervento sul Salone d’Onore è iniziato nel novembre scorso, ed è quindi durato cinque mesi. I restauratori Galileo Persano e Thierry Radelet hanno affrontato il restauro degli intonaci e delle statue poste sulla balaustra, mentre Barbara Binetti ha studiato e condotto a termine il recupero della balaustra: un lavoro, quest’ultimo, che ha comportato la ricerca di nuove e specifiche soluzioni, come l’uso dell’argilla per cancellare, dalle stoffe macchiate dall’umidità, le tracce di tannino lasciate dal legno bagnato. Un restauro condotto per gradi, permettendo ai visitatori il libero afflusso negli ambienti del palazzo. L’intervento ha comportato un investimento di 250mila euro.

“L’intervento che oggi si inaugura testimonia la consolidata e proficua capacità di collaborazione tra Enti pubblici e privati – ha affermato il presidente della Consulta, Maurizio Cibrario – attenti alla salvaguardia del prezioso patrimonio culturale piemontese. Oggi restituiamo al pubblico un autentico gioiello. La Consulta, tuttora esempio unico in Italia, è nata nel 1987 con lo scopo di contribuire a valorizzare il patrimonio storico e artistico torinese. Le 32 aziende ed enti che oggi ne fanno parte sono intervenute su tutti i principali monumenti e musei cittadini, in stretta collaborazione con le Istituzioni e con gli Enti di tutela. In 28 anni di attività sono stati investiti circa 30 milioni di euro e realizzati oltre 50 interventi di restauro e valorizzazione”. Tra questi, anche il restauro delle statue poste nel portico e sull’esterno del Palazzo Civico.

La Palazzina di Caccia è stata riaperta al pubblico nel 2011. è parte del patrimonio della Fondazione Ordine Mauriziano, istituita nel 2005 da legge dello Stato per ereditare il patrimonio dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, nato nel 1573 per volere di Emanuele Filiberto duca di Savoia dalla fusione dell’Ordine Cavalleresco e Religioso di san Maurizio (Ripaille – Chablais, 1434) con l’Ordine per l’assistenza ai Lebbrosi di san Lazzaro (Gerusalemme, 1090), perché la “milizia cavalleresca” si volga agli “uffici pietosi verso gli infermi”. L’attività ospedaliera dell’ordine venne assorbita dalla Regione, mentre i beni culturali vennero affidati alla Fondazione attraverso una complessa procedura di liquidazione.

“Oggi, risolto il tema del debito sanitario, la Fondazione svolge nella pienezza delle funzioni l’attuazione dei residui scopi dell’Ordine – spiega Cristiana Maccagno, vice commissario vicario della Fondazione. In particolare, la conservazione e valorizzazione del Patrimonio Culturale Mauriziano, che annovera la Palazzina di Caccia di Stupinigi, l’Abbazia di S.Maria di Staffarda, la Precettoria di S.Antonio di Ranverso, l’Archivio Storico, oltre alla Basilica Mauriziana di Torino, ai molti altri monumenti e luoghi di culto e alle componenti immateriali di preservazione della memoria”.

“Grazie al ripianarsi dei debiti, avvenuto a giugno del 2013 – continua Maccagno – oggi con le nostre risorse e con l’entusiasmo delle persone che fanno parte della struttura organizzativa dell’ente, possiamo offrire alla città non soltanto la visita delle sale della residenza, ma molte iniziative culturali, come i concerti che in questi giorni si susseguono proprio nel Salone d’Onore”. Uno spazio poco conosciuto dai torinesi, ma molto apprezzato dai visitatori stranieri: fino a quel magnate russo che, innamoratosi della maestosità della Palazzina, si fece avanti alcuni anni fa per acquistarla e farne la sua residenza personale. “Un’operazione che sarebbe comunque stata molto difficile da realizzare”, conclude Maccagno.

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