“Pregare. Un’esperienza umana”, seguendo i grani di un rosario

 di Fabio Frambati in collaborazione con la redazione di Torino Click

Nelle prossime settimane oltre un milione di persone verranno a Torino per l’Ostensione della Sacra Sindone, reliquia per i cristiani, oggetto di culto e di studio.

Nello stesso periodo alla Reggia di Venaria sarà possibile visitare Pregare. Un’esperienza umana”, una mostra dove approfondire la conoscenza di una pratica quotidiana come la preghiera.

Visitando le Sale delle Arti della Reggia, tra immagini, suoni, video, opere e oggetti religiosi provenienti da musei di tutto il mondo, ci si rende subito conto di quante siano le analogie tra religioni diverse.

C’è un filo rosso tra le varie fedi e questo non può che essere il rosario, strumento tra i più antichi dell’umanità. Pur differenziandosi nei materiali, per dimensione o numero di grani, si può trovare tra le mani dei fedeli cristiani come degli  induisti, in quelle dei buddhisti  come degli islamici.

Si prega per rivolgere lodi alla divinità, o implorarne l’aiuto, il perdono, l’intercessione. La preghiera può essere individuale o comunitaria. L’uomo prega creando magnifiche coreografie, ruotando, saltando, inginocchiandosi e prostrandosi, intonando canti e cori, cadendo in trance o in profonda meditazione come testimonia la bella videoinstallazione finale a cura di Stefano Savona. Quando nel mondo la gente prega, lo fa spesso con ritualità e, a volte, oggetti molto simili, anche se i contenuti sono differenti.

Tra le opere esposte il quadro “Estasi di san Francesco” di Ottavio Mazzonis  (1957) che verrà donato a Papa Francesco durante la sua prossima visita a Torino.