A scuola si parla di salute

di Mariella Continisio

A scuola per parlare di salute. Questa mattina nella scuola elementare dell’Istituto Comprensivo “Vittorino dal Feltre” si è svolta una lezione sugli effetti negativi per la salute dovuti  alla carenza  di iodio. Insegnanti, 90 allievi delle classi quarte e genitori, tutti insieme per capire come affrontare il nemico che potrebbe causare ritardi nel linguaggio, dislessia, deficit psico motori, piccoli tremori ma anche malformazioni congenite. Si tratta di una campagna nazionale di educazione alla salute infantile promossa dalla Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp). Sono previsti dieci incontri – da ottobre a maggio 2015 – in altrettante città. Dopo Genova, Torino è stata la seconda tappa, a cui seguiranno Milano, Bologna, Pisa, Roma, Napoli, Bari, Potenza e Cagliari.

La lezione è stata condotta dal professor Andrea Corrias, medico specialista in Endocrinologia e Diabetologia pediatrica all’ospedale Regina Margherita di Torino. L’esperto, con un linguaggio semplice e divertente, ha spiegato quali sono i rischi che incorre il nostro organismo, in particolare quello delle donne in gravidanza, ma soprattutto quello dei bambini.  Sono proprio questi ultimi che necessitano di un quantitativo che cresce con il loro sviluppo: così se un neonato ha bisogno di 40 microgrammi, un bimbo da 0 a 5 anni ne necessita 90 e tra i 6 e 12 anni 120.

Alle mamme il professore ha spiegato che la dieta quotidiana deve comprendere pesce di mare, latte, poco sale ma iodato. E questa raccomandazione vale soprattutto per i genitori di Torino, in cui l’apporto iodico risulta lievemente insufficiente rispetto al valore soglia (95 microgrammi di iodio per litro di urina contro 100 microgrammi di iodio).  Il dato era emerso da una un’indagine condotta tra dicembre 2010 e maggio 2011 dall’Osservatorio Regionale Prevenzione Gozzo della Regione Piemonte per valutare l’apporto iodico della popolazione e l’utilizzo di “sale fortificato con iodio”. Sono invece al di sopra della soglia di “iodosufficienza” le province di Asti, Cuneo e Verbano-Cusio-Ossola. Il campione utilizzato è quello degli studenti, 448 di età compresa fra 11 e 16 anni, nel capoluogo piemontese, mentre nel  resto del territorio sono stati raccolti 780 campioni.

E per sensibilizzare le mamme e i papà all’assunzione costante di cibi ricchi di iodio è stato distribuito materiale informativo alle 110 scuole primarie di Torino. Durante l’incontro genitori e allievi hanno risposto a un questionario che aveva lo scopo di verificare la conoscenza della problematica e raccogliere informazioni sulle abitudini alimentari, in particolare a scuola e a casa. E per i familiari che non erano presenti il questionario lo hanno portato a casa i bambini. Perché “anche la classe medica sembra non essere ancora consapevole dell’importanza del problema. Ad oggi, infatti, la raccomandazione del Ministero della Salute sul sale iodato e la legge sulla iodoprofilassi non hanno trovato adeguata attuazione” sostengono gli organizzatori.

L’iniziativa, patrocinata dalla Città di Torino, ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica.