Autistici a scuola, una rete che funziona

di Fabio Frambati in collaborazione con la redazione di Torino Click

Giovedì si celebra l’ottava “Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo”; occasione per conoscere l’autismo o meglio i Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), definiti così perché sono possibili funzionamenti tra loro molto differenziati e perché si possono riscontrare difficoltà più o meno alte di comunicazione e interazione sociale.

Per una persona affetta da autismo il periodo scolastico, dalla scuola materna al compimento dei 18 anni, è quello da considerarsi più “felice”. Infatti grazie all’ASL e alle politiche sociali del Comune, la rete di collaborazione tra famiglie,  Servizi Sociali e scuole può funzionare bene.

Per il successo delle azioni contro l’autismo è importante che dopo la diagnosi ci siano interventi abilitativi intensivi da parte di logopedisti e psicomotricisti e che nelle scuole si investa sulla formazione degli insegnanti di sostegno.

Concluso il periodo scolastico, la persona autistica e i suoi familiari incontrano difficoltà nel perseguire un percorso di vita valido ed efficace. Nei casi di basso impatto dell’autismo sono possibili  inserimenti lavorativi sperimentali in aziende del territorio. Purtroppo nella vita delle persone autistiche dopo la scuola, in assenza di una valida rete sociale di supporto, ancora molto è lasciato al caso e alla determinazione dei familiari.